Testi

Da sempre ho avuto verso i critici d’arte un rapporto doppio.
Di attrazione e il suo contrario…

Anch’io, come la maggioranza degli artisti, ho spesso sofferto il “bisogno” del loro consenso, indispensabile per essere riconosciuti da un mercato che, il piu’ delle volte, cerca nel parere del critico una garanzia per investire nell’arte.
La critica, infatti, ha influenza sul mercato (c’e’ da sperare che sia sempre illuminata!).

Sono molti gli artisti, pur bravi, che, non appartenendo ad un enturage, vengono ingiustamente ignorati, mentre altri vengono esaltati.
Per tale ragione l’artista vive una continua aspettativa, un senso di dipendenza dal consenso, che, sebbene sia indispensabile per vivere nell’arte, e’ anche un vincolo da cui vorrebbe liberarsi per cercare forme espressive totalmente autonome. In tal senso e’ forse appropriato dire che l’arte e’ il Paradiso e il mondo dell’arte l’Inferno.
Puo’ accadere talvolta che si abbia la fortuna di incontrare “il Critico giusto”, capace di trovare la “pepita d’oro” nel caos sabbioso del talento.

Non pochi i critici che sono riusciti ad entrare in osmosi intellettuale con l’artista creando una vera e propria corrente di pensiero: allora l’incontro diventa magia.
Nel corso di tutti questi anni, a me non e’ capitato un tale “incontro magico”. Ho conosciuto pero’ critici generosi e illuminati, primo fra tutti il mio professore, un fine intellettuale, artista, costumista e pittore: Dario Cecchi.
Poi Dacia Maraini, Mario De Micheli, Vanni Ronsisvalle, Domenico Guzzi, Mario Lunetta, Vito Apuleo, Edward Lucie Smith, Federico Zeri, Marcello Venturoli, Idalberto Fei, Ivana D’Agostino, Fabrizio Lemme, Giorgio Tempesti, Giuseppe Gatt, Sergio Guarino, Ebria Feinblatt e Gabriele Simongini.
A tutti rivolgo un sentito grazie per l’amichevole attenzione che hanno voluto rivolgere al mio lavoro.

Nonostante i molti consensi ottenuti, posso affermare che il mio e’ stato un percorso il piu’ delle volte solitario.

In questo nostro mondo in cui tutto ha un prezzo, le parole piu’ care sono quelle che nascono da una vera disponibilita’ a capire, da un’emozione,da una considerazione sincera, ma soprattutto dal condividere, anche solo per un breve tratto di strada, lo stesso “viaggio”.

E’ per questo che, per presentare il mio lavoro, ho scelto di riportare frammenti di testi scritti da alcuni amici: la poetessa Mariapaola Langerano, gli psicanalisti Lorenzo Ostuni e Katriona Munthe, il collega Gianluigi Mattia, e ancora Maurizio Fioravanti, e gli ottimi critici d’arte Giorgio di Genova, Antonello Trombadori, Rossana Bossaglia e infine Claudio Strinati.

Antonella Cappuccio